Da oggi riassume pieni poteri nella gestione del comune di Melilli. Come volevasi dimostrare, il tempo non cancella ma mette quasi sempre ognuno al suo posto. Il tempo ha mani da artigiano, implacabili e potenti. Lungi dal vedere noi stessi come delle marionette nelle sue mani, dobbiamo avere ben chiara una cosa: siamo agenti attivi.

C’è chi vive con l’idea che il passato è passato, c’è chi non dà importanza a quanto fatto ieri, poiché vede in ogni giornata una nuova opportunità per cambiare, per creare nuove realtà, per innovarsi e rinnovarsi, lasciandosi alle spalle le cose già fatte.

Anche se questa idea è positiva per la propria crescita personale, c’è qualcosa che non dobbiamo dimenticare: “siamo il risultato di ciò che abbiamo fatto, detto, visto e realizzato, tanto per noi quanto per gli altri”.

Il passato si dissolve nel presente e fa parte di ciò che siamo. Il tempo non cancella, ma ci modella e ci dà un posto nel presente, dobbiamo essere consapevoli di ciò.

Oggigiorno la situazione non si può dire sia particolarmente migliorata, perché lingiustizia spesse volte regna sovrana, abbracciando i campi più disparati, da quello personale, a quello sociale.

Giuseppe Carta è la cartina di tornasole di quanto è avvenuto in questo paese, che purtroppo, una parte ancora, non riesce o non vuole evolversi, forse, anche, per la presenza di qualche vice re, che ha ritenuto che il paese fosse suo, di sua proprietà e che in un certo senso gli apparteneva, sostenendo che senza di lui nulla si poteva fare, scordandosi quel famoso principio della chimica, il quale ci ha insegnato che “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. Da molto tempo, in questa cittadina è venuta meno la mancanza di equità, si respira anche nel quotidiano, nelle piccole cose, “alimentandosi” di “prepotenza” e “sopruso”.

Chi, in realtà, può dire di non aver mai subito una ingiustizia nel corso della propria vita? Ma la domanda da porsi è piuttosto un’altra: come reagirvi? Come porvi fine?

Fortunatamente, rispetto al passato, è migliorato l’atteggiamento nei confronti delle ingiustizie: non più sottomissione ed accettazione tacita, ma presa di coscienza del problema e volontà di farvi fronte. Il “come” è soggettivo, variando da persona a persona: basta anche un piccolo gesto, ciò che è importante è la coesione e la volontà di “spazzare via” qualsiasi voglia di ingiustizia, anche quella apparentemente meno “invasiva”. Ora incomincerà il tempo, finalmente, che ogni cosa andrà al suo posto, al posto giusto.

Ben tornato Peppe Carta.

What do you want to do ?

New mail

Commenti

commenti

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata