Fabio La Ferla, alcuni giorni fa (per l’esattezza, giorno 8 giugno), ha ritenuto opportuno rendere di dominio pubblico il licenziamento subito oltre un anno fa da parte dell’ISAB s.r.l.
Noi lo sapevamo. E sinceramente eravamo veramente dispiaciuti.
Sapevamo pure che il licenziamento era stato impugnato dallo stesso La Ferla, ma non sapevamo però che l’udienza si sarebbe svolta il giorno successivo al suo annuncio, cioè il 9 giugno.
Purtroppo, per La Ferla, il tribunale ha rigettato le ragioni addotte dal ricorrente dando ragione alla società denunciata, l’ISAB, confermando il licenziamento.
Francamente ne siamo amareggiati, un padre di famiglia che perde il lavoro sente lo smarrimento per una sconfitta subita, per la possibilità negata di poter portare a casa un pezzo di pane, perde la serenità, anche se, dal dibattimento e dalle conclusioni tratte dal giudice, si evince a chiare lettere che Fabio La Ferla questa disgrazia se la sia proprio cercata.
Siamo in possesso della sentenza e siamo nelle condizioni, per chi volesse, di poterla mostrare. In ogni caso, caro Fabio, sei giovane e sei nella condizione di poterti riscattare.
Fabio. Dici che hai sofferto in questa lunga battaglia. Ne siamo certi. Consapevolmente hai deciso di renderla di dominio pubblico, dici pure che sarebbe probabilmente stato più semplice se avessi cavalcato il Cavallo Vincente (vorremmo sapere da te a cosa ti riferisci per cavallo vincente).
Noi pensavamo che il tuo cavallo vincente fosse stato l’attuale sindaco Giuseppe Carta con il quale sei stato candidato alle precedenti elezioni amministrative.
Propinarci però il tuo riscatto attraverso una uscita su facebook, con un anticipo di due anni rispetto alle prossime elezioni amministrative che si terranno nell’estate del 2022, e tentando pure di sensibilizzare i cittadini melillesi a favore dell’ultimo competitor perdente del 2017 contro l’attuale Sindaco Giuseppe Carta, di coraggio ne devi avere.
Basta Fabio La Ferla, Melilli è fin troppo piccola per poter dimenticare i comizi fatti con la lista “Uniti per cambiare” e vorrei ricordarti ancora quello che forse hai rimosso dalla tua mente: il livore, le registrazioni in audio video, che abbiamo sentito durante i comizi, del perdente contro di te, che ti riguardavano, perdente che adesso tu osanni.
No caro Fabio non si può cambiare così. In così poco tempo dire tutto ed immediatamente dopo dire il suo contrario. Dove sta la coerenza? Non si può fare giravolte di 360 gradi ritornando tra le braccia del peggior politico che Melilli abbia mai avuto.
A quanto pare, nella vita chi si somiglia si piglia! Gli opposti spesso si attraggono, si cercano, si completano (all’inizio), si divertono nello sperimentarsi ma non si amano perché donano reciprocamente quello che individualmente non hanno e rappresentano solo un’attrattiva di reciproca conveniente curiosità … E’ questo il brivido rannicchiato che fa unire i perdenti.
Al contrario di quanto si pensa, gli opposti non si attraggono. O meglio, non reggono.
A sfatare l’antico adagio.E’ lo psicologo britannico Glenn Wilson che ha messo a punto il cosiddetto “Quoziente di Compatibilità” (QC) per misurare lo stato di salute di un rapporto, smontando così un mito tramandato di generazione in generazione: “In politica le differenze non aiutano, al contrario sono i simili che si attraggono come una calamita, anche se, in questo caso, destinati a perdere”.
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