Solo Striscia la Notizia andata in onda in questi giorni non sapeva che la CISMA fosse sotto inchiesta. Striscia la notizia ha mandato in onda un servizio di Stefania Petyx su canale 5 facendo credere che la colpa degli accumuli di spazzatura in Sicilia sia addebitabile ai funzionari ed agli assessori regionali che terrebbero sotto ostaggio gli ultimi lavoratori dipendenti della stessa discarica, che starebbero aspettando che la regione gli desse le autorizzazioni necessarie per riaprire, salvando così i lavoratori sospesi e nel contempo far sparire la “monnezza” dalle strade della Sicilia, e siccome la magistratura ha nominato un amministratore giudiziario a seguito del sequestro dell’impianto, si vorrebbe far passare l’assioma che dove esiste la gestione dello Stato vengono generati disastri economici.

La vera novità sta nel fatto che in questo ultimo anno a Melilli le cose sono un po’ cambiate dal dopo elezioni amministrative, che hanno sancito la vittoria del sindaco Giuseppe Carta, soprattutto per quanto riguarda la questione ambientale, infatti, qualcosa di nuovo e positivo sta succedendo, prova ne è che, a seguito di quanto successo alla Cisma, dopo le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto anche il comune di Melilli, attraverso il funzionario Salvatore Salafia, il sindaco Carta, in autotutela ed in onore alla trasparenza, ha ritenuto opportuno revocare le concessioni rilasciate alla Cisma.

La spazzatura può e deve sparire dalle strade intraprendendo processi virtuosi, anche questo è stato dimostrato a Melilli con l’avvento della nuova amministrazione Carta. Oggi a Melilli la differenziata pare abbia superato il 40% in appena tre mesi. Quando si vogliono raggiungere obiettivi di questo tipo è necessario osare. Purtroppo, prima, si privilegiavano le discariche, oggi, invece,  si privilegia la differenziata.

Come è giusto che sia, gli enti pubblici nell’attivarsi a favore o contro sono costretti a tener conto, nel caso in specie, di tutto quello che si sa sulla Cisma e i vari imbrogli, già noti alla magistratura stessa. Imbrogli che fanno riflettere molto chi dovrebbe ridare le varie autorizzazioni. L’impegno “disatteso” fu, che il competente ufficio regionale aveva lasciato intendere, il 21 giugno 2018, al tavolo convocato dalla Prefettura di Siracusa, davanti alle organizzazioni sindacali, che il rilascio delle varie autorizzazioni fosse cosa imminente,si doveva rispondere,- dicevano -, in senso affermativo o negativo, tra il 15 e il 18 luglio 2018 alle richieste degli amministratori della Cisma Ambiente”.

Ad oggi, la regione non ha indetto nessuna conferenza dei servizi nonostante fosse stato intimato 30 giorni e non pervenendo nulla e non avendo saputo nulla sullo stato del procedimento, neanche dal tavolo permanente aperto dalla Prefettura, i lavoratori hanno chiesto di essere ricevuti dal Ministro degli Interni On. Salvini, che si è prontamente prestato a dare udienza ad una delegazione di lavoratori, impegnandosi, in maniera tanto colorita quanto determinata, a fare ciò che gli riesce meglio, per usare sue parole: “rompere le scatole”, sollecitando così il Dirigente Regionale affinché si esprimesse in tempi celeri per la conclusione dei procedimenti a loro sottoposti.

I lavoratori trovandosi perfettamente in sintonia con il Ministro in merito alla ricerca della legalità nell’amministrazione della Cisma e delle società del gruppo, espressero molta soddisfazione verso l’atteggiamento del ministro degli Interni, e, stanno aspettando adesso che dalle parole si passi ai fatti.

I poteri forti infatti non tralasciano nulla affinché la Cisma possa continuare a sopravvivere, si stanno muovendo verso tutte le direzioni compreso i vari ministeri, ivi compresi i media nazionali.

La situazione Cisma è molto complicata, sarebbe opportuno che le varie indagini arrivassero al capolinea facendo sì che la magistratura potesse fare il proprio corso senza interferenze esterne.

L’inchiesta, che vede al centro la discarica Cisma di Melilli, fotografa un inquietante intreccio tra gestione dei rifiuti, criminalità organizzata e piani alti delle istituzioni pubbliche.

Gli imputati saranno giudicati con il rito abbreviato, il sostituto procuratore Raffaella Vinciguerra ha già avanzato le richieste di condanna: 6 anni per l’amministratore unico della Paradivi Salvatore D’Amico, 4 anni per i consulenti tecnici della Procura Vincenzo Naso e Sergio Faldetta e 12 anni per Luigi Gambino. L’udienza preliminare riprenderà l’8 novembre con le arringhe della difesa. La sentenza è attesa per il 15 novembre. Mentre il processo ordinario si aprirà il prossimo 10 gennaio. Compariranno davanti alla prima sezione penale, Antonino e Carmelo Paratore, il boss Maurizio Zuccaro e il figlio Rosario, Marco Ruscica, direttore tecnico della Cisma, Agata Distefano, consigliere della Cisma, Paolo Plescia, direttore tecnico dell’impianto, Maurizio Cottone, responsabile dello stoccaggio, Antonio Parlato, responsabile dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Melilli, Antonio Di Vincenzo, responsabile operativo della discarica, gli imprenditori Giuseppe e Giovanni Amara, Gianfranco Cannova, funzionario regionale dell’Unità operativa rifiuti, Natale Zuccarello, dirigente del servizio Via della Regione, Giuseppe Latteo, dirigente responsabile dell’unità Operativa Rifiuti della Regione, Mauro Verace, dirigente generale della stessa unità operativa della Regione e Salvatore Salafia, direttore tecnico del Comune di Melilli.

Dunque, la maxi inchiesta “Piramide”, coordinata dalla DDA di Catania, ha scoperchiato una fittissima trama di interessi tra Cosa Nostra, imprenditoria e dipendenti della pubblica amministrazione. Sotto la lente degli inquirenti è finita la discarica CISMA di Melilli e tutti gli affari che gravitano intorno all’affaire rifiuti.

Una domanda ci viene spontanea fare:

“Quanti e chi sono realmente i funzionari pubblici corrotti? Qualcuno avrebbe dovuto vigilare e non l’ha fatto? Chi doveva controllare il funzionario regionale (Franco Cannova ndr) finito precedentemente nell’inchiesta Oikos con l’imprenditore Domenico Proto? Sono stati avviati procedimenti disciplinari a suo carico? Perché non è mai stato applicata la rotazione prevista per i dipendenti dei settori a rischio corruzione?”

Ed ancora:

L’anticorruzione prevede l’individuazione delle parentele dirette e indirette degli impiegati comunali, e Salvatore Salafia era o non era il nipote del sindaco Cannata?”

Non è nostra intenzione puntare il dito contro nessuno ma quando si parla di lotta alla corruzione dei colletti bianchi e di salute pubblica si dovrebbe fare un’analisi più profonda delle semplici parentele dirette. Il Salafia, poi, non sarebbe nuovo a illeciti nello svolgimento del proprio servizio di funzionario del Settore Urbanistica al Comune di Melilli. È del giugno 2016, infatti, la condanna a un anno di reclusione, con la concessione della condizionale nel processo che lo vedeva imputato insieme con l’ex sindaco di Melilli, Giuseppe Cannata, condannato anch’egli a un anno con la condizionale.

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