In questi ultimi giorni è divampata una polemica riguardante il nuovo impianto di compostaggio che starebbe per nascere in territorio di Melilli. Impianto di compostaggio inquinante a tutti i costi secondo l’opposizione demagoga di questa amministrazione.
Secondo copione nell’ultimo consiglio comunale del 31 agosto abbiamo ancora una volta assistito alla sagra delle incongruenze recitate dal duo Sorbello/Sbona, i quali hanno attaccato l’amministrazione perché, secondo loro, hanno scoperto che la stessa avrebbe dato il permesso, alle porte del paese, allo insediamento di un impianto di compostaggio e digestione anaerobica, che trasformerebbe i rifiuti domestici in compost ed energia.
Ancora una volta la politica perde una buona occasione per tacere, anzi, per incoraggiare un impianto di tale funzione. Purtroppo, in questo comune, la politica ha sempre brillato per altro, si sono da sempre preferite le discariche pericolose ed inquinanti e gli altrettanti impianti inquinanti della zona industriale, lasciati ad ingrassare le tasche dei vari colonizzatori e, forse, anche le tasche di chi ha consentito (ai politicanti di turno) che in questo territorio rimanessero scorie e veleni.
Purtroppo la stragrande maggioranza del popolo è ignorante in materia e spesso e volentieri si fa strumentalizzare del politico di turno, che rosicando, in questo caso, per la mancata elezione a primo cittadino, ha deciso a tutti i costi di fare opposizione anche quando sarebbe stato meglio tacere.
Anche la maggioranza in questa ultima vicenda capeggiata dal Sindaco Carta, mal sopportando l’ennesimo attacco della minoranza, piuttosto che difendere l’autorizzazione rilasciata dal suo predecessore, è caduto nella trappola tesa dal duo, che rappresenterebbero il “gatto e la volpe di Collodiana memoria”, credo, ancora, che è da tutti risaputo che il sottoscritto non ha mai avuto nessuna stima del precedente sindaco, però, non posso comportarmi come il duo, perché se mi rendo conto che Cannata ha indovinato un’autorizzazione, devo ammettere, che se l’autorizzazione non ha avuto secondi fini, forse, per la prima volta, ha agito nell’interesse della collettività. Mi chiedo, invece, del perché Carta è caduto nelle provocazioni del duo Sorbello/Sbona e non ha avuto la lungimiranza di spiegare ai cittadini le ricadute positive che tale impianto, proposto dalla “Bioenergie,”potrebbe avere nel nostro territorio.
Abbiamo avuto modo di confrontarci con chi da anni si batte affinché all’ interno del nostro circondario venissero privilegiati impianti ecocompatibili e riconversione di altri pericolosi, stiamo parlando della dottoressa Mara Nicotra, che così si è espressa:
“Realizzare un impianto di digestione anaerobica e compostaggio di rifiuti organici, abbinato ad una sezione per il recupero energetico del biogas con l’obiettivo anche di produrre energia elettrica, in territorio di Melilli, significherebbe ridurre i flussi e la dipendenza dei rifiuti in discariche, così come previsto sia dal piano gestione rifiuti speciali regionale sia dalla Comunità europea.
L’umido domestico (FORSU) rappresenta il 35% della produzione complessiva dei rifiuti urbani e circa il 60% di esso in Italia laddove non esistono impianti di compostaggio è destinato ad essere conferito in discarica e/o in inceneritori. La FORSU deve essere gestita seguendo i criteri prioritari individuati dalla Unione Europea (UE) (direttiva2008/98/CE), privilegiando la prevenzione (auto-compostaggio) e il riciclaggio/recupero di materia (meglio identificabile con il compostaggio aerobico tradizionale).
La digestione anaerobica (DA), che è un processo biologico mediante il quale i substrati inorganici vengono trasformati in biogas con un buon contenuto energetico utilizzabile nella produzione anche di energia elettrica, è da considerate scelta di secondo livello rispetto al compostaggio tradizionale, ma considerato che il nostro territorio è già saturo di discariche e l’inceneritore presente non produce energia, che ben vengano tali impianti nel nostro territorio.
Riflettendo sulla raccolta differenziata di Melilli, da circa 1 mese dal suo debutto, siamo riusciti a raggiungere il 35%,. Certo, il dato è ancora lontano dal traguardo però sembra un ottimo risultato. Però, considerato che in Sicilia pochi o nulli sono gli impianti di compostaggio, a maggior ragione a Melilli, mi chiedo dove viene portato l’organico? E il sacchetto dell’umido che fine fa? E la plastica?
Secondo l’Unione europea ogni comune deve dotarsi di impianti di compostaggio e digestori anaerobici per recupero energia affinché si possa creare un circolo virtuoso di economia circolare che consentirebbe di salvaguardare l’ambiente, la salute, risparmiare in bolletta e produrre nuovi posti di lavoro.
Ma ciò si può raggiungere ragionando e amministrando con coerenza e coscienza ecologica e anche e soprattutto con un certo pragmatismo. Non possiamo produrre i nostri rifiuti e poi portarli altrove, perché ciò graverebbe sulle nostre tasche. Ogni comune deve riciclare e recuperare materia prima nel proprio territorio. Che ben vengano iniziative di imprenditori, magari locali, di impianti di compostaggio (ovviamente se localizzati lontani dai centri abitati).
Se fossi io il sindaco Carta denuncerei chi ha riempito il nostro paese di discariche di rifiuti pericolosi e nel contempo con gli incentivi della Comunità europea bonificherei tali discariche insediando la “Canapa industriale” riconosciuta e accertata per la rapida capacità di risanamento ambientale dei suoli. Poi, anziché sparare a zero sugli impianti di compostaggio proposti da giovani imprenditori locali, mi chiederei come ha fatto la “Bioenergie”, formata da 8 soci di Vittoria e 3 di Comiso, a comprare un terreno in contrada Bondifè per la realizzazione del famoso impianto di compostaggio e digestione anaerobica tanto contestato dall’opposizione Sorbello/Sbona. infine, sarebbe interessante sapere da chi la società ha acquistato il terreno. Non vorrei che dietro questa operazione di forestieri si nascondesse l’ombra dei soliti noti politicanti locali che se da un lato facevano gli ambientalisti dall’altro compravano i terreni attorno alla Cisma di Villasmundo”.
Scrivi