Il bivio che la politica italiana si trova di fronte in questo momento è tra la furbizia della partitocrazia e l’intelligenza di un cambiamento liberale. Infatti, una cosa è la furbizia, altra cosa è l’intelligenza.
Non bisogna confondere i due concetti. La furbizia è istintiva ed egoista mentre l’intelligenza implica dedizione, ascolto, pazienza, coraggio, umiltà, onestà. La furbizia non è un valore, anzi: è un controvalore. A Melilli invece, la sottocultura dominante ha diffuso la convinzione che la furbizia sia una valore e, di conseguenza, che l’ingenuità, al contrario, sia un difetto o una debolezza. Certo, ad un primo e superficiale sguardo, la furbizia sembra vincere sull’ingenuità perché la furbizia si insinua nelle fenditure del prossimo pensando a come ingannarlo per ricavarne un guadagno immediato. Del resto, la furbizia vive di affarismo, di becero raggiro, di tornaconto personale e, quindi, non si fa scrupoli, calpesta il prossimo, inganna tutti, mente a se stessa.
E così, nell’immediato, la furbizia sembra vincere sull’ingenuità, ma è un grosso abbaglio perché la furbizia è sterile, impotente e debole. Soprattutto, è debole. Infatti, si dimentica o si tende a far dimenticare che l’ingenuità non è debole, ma fragile. L’ingenuità, dunque, può essere vista come una fragilità precipua dell’intelligenza, cioè come una caratteristica dell’intelligenza. Anzi, l’intelligenza si connota proprio per la sua ingenuità perché l’intelligenza ha sempre una dose di ingenuità, più o meno ampia, che la accompagna. La furbizia implica l’adesione alla strada più semplice, più comoda, più immediatamente redditizia. La furbizia ha un respiro corto, non vede oltre il proprio naso, non è lungimirante, non si cura delle conseguenze. Insomma, la furbizia è stupida. La furbizia è stolta.
Definire una persona come “furba” significa, quindi, implicitamente, connotarla come “stupida”. Ulisse, l’eroe omerico, ad esempio, non era un uomo “furbo” quanto, piuttosto, un uomo “astuto”, cioè intelligente. Perché l’intelligenza ha lo sguardo ampio, vede quello che la furbizia non si volta nemmeno a guardare. Infatti, il genio ha origine dall’intuizione e dalla sensibilità. Al contrario, la furbizia ha origine da una pulsione innata. L’intelligenza viene dalla memoria e, di conseguenza, ha una visione del futuro. L’intelligenza non è statica e non resta immobile, è sempre in movimento, ha immaginazione, cerca spesso nuove strade, amplia i propri confini, travalica qualsiasi schematismo.
La furbizia, invece, è chiusa nel proprio egoismo, difende l’orgoglio a scapito della dignità e non conosce rispetto né per se stessa né, tanto meno, per gli altri. La furbizia è tutta nel presente, non ha memoria, vive di fretta e non ha “urgenze” perché conosce soltanto la cupidigia, il profitto personale, istantaneo. La furbizia è ignorante, cioè ignora le conseguenze delle proprie azioni e non guarda al futuro. Ma non basta: la furbizia non prevede e non sa prevedere. In altre parole, non sa governare, ma soltanto comandare. La furbizia, perciò, è tipica del potere fine a se stesso e ha come unico scopo quello di mantenere la posizione, il posto, il privilegio. A danno di tutto il resto. Degli altri, e di se stessa. Certo, l’intelligenza è ingenua e, di fronte alla furbizia, nell’immediato, è perdente. Ma nel medio e lungo periodo l’intelligenza si dimostra sempre più lungimirante e, dunque, più longeva. E alla fine convince.
Quante persone “furbe”: Cannata, Scollo. Quante “intelligenti/astuti”: Nicotra. Magnano, Midolo, Per il resto? Il vuoto.
Nel 2012, subito dopo la competizione elettorale che vide il gruppo Sorbello vincere con Cannata Sindaco, mi fu inviato un comunicato stampa di uno dei perdenti, Nuccio Scollo, che comunicava ai propri elettori testuali parole:
Comunicato Stampa dell’ 8 maggio 2012
“Prendo atto del risultato che lascia spazio a pochi commenti; la freddezza dei numeri premia la continuità amministrativa ed una coalizione, che seppure con delle contraddizioni, si impone come maggioranza nel Comune di Melilli.
Al di là del risultato riportato – così continuava Scollo – come candidato Sindaco, viene indubbiamente confermato il forte radicamento della storica Lista civica “COMUNITA’ E TERRITORIO” che con più di 1000 voti si conferma 3° forza del Comune e mi ritengo soddisfatto della lista d’appoggio “NUCCIO SCOLLO SINDACO” che consegue un seggio in Consiglio Comunale.
I cittadini ci hanno attribuito il ruolo di opposizione e, questo ruolo svolgeremo nei prossimi anni con spirito costruttivo nell’interesse delle nostre 3 realtà territoriali.
Ringrazio gli amici del M.P.A., della lista “AMO MELILLI” e tutti i candidati che hanno condiviso con me questa esperienza elettorale.
Un augurio al Neo-Sindaco Pippo Cannata, certo che darà il massimo per essere all’altezza del ruolo che i Cittadini Melillesi gli hanno attribuito”.
F.to Nuccio Scollo
Nuccio Scollo e soci, il grande imbroglio. Qualcuno rivendica. Ma la coerenza? E chi se ne frega. Pensano. Sono abituati a prendersi gioco dei cittadini.
Ed infatti, Nuccio Scollo, il perdente, non vedeva l’ora di saltare sul carro del vincitore.
In questi ultimi tre anni, a partire dalla data del suo comunicato stampa, ci ha provato in tutte le maniere, tramite ambasciate, a fare pace con Pippo Sorbello. Voleva a tutti i costi stare nella stanza dei bottoni. Sono state decine e centinaia gli uomini e le strategie utilizzate da Scollo affinché potesse convincere Sorbello.
Ad essere sincero si è servito anche del sottoscritto per arrivare a Sorbello. Ma Scollo non ce l’ha fatta perché Sorbello non l’ha voluto.
Come è ormai noto, l’occasione gli si presenta appena la maggioranza, che sosteneva Cannata, si spacca. Sarebbe stato naturale a questo punto, che l’opposizione, a cui faceva capo anche Scollo, si schierasse per il ritorno alle elezioni. Invece? Nuccio Scollo che fa? Approfittando della crisi, salta sul carro di Cannata insieme ai suoi (La Rosa, Gigliuto, Castro).
Dichiarano pure che si sono astenuti per non agevolare Sorbello. Affermando, da apprendisti istrioni, di non andare ne con l’uno, ne con l’altro. In questo modo pensano di essersi purificati la coscienza. Si camuffano, meditando di abbindolare i cittadini e gli avversari di Cannata. Non sarà semplice e nemmeno facile. Ci provano tutti i giorni. Ma noi del “il Ponte” siamo sempre vigili e a costo di denunciare tutto e tutti siamo disposti ad esporre denunce in Procura e alla Corte dei Conti. Infatti lo abbiamo già fatto e continueremo. Adesso Cannata, Scollo, La Rosa e Gigliuto e soci, stanno cercando di manipolare il piano regolatore della città, cercando di affrancare personaggi noti. Non ci riusciranno.
Questa è la politica Melillese. Composta da teatranti ed imbroglioni che pur di stare con le mani in pasta prendono per i fondelli gli stessi cittadini che li hanno votati. Ma non capiscono che nella vita tutto torna e prima o poi, questi, saranno seppelliti dagli stessi imbrogli che generano giorno dopo giorno. Questi personaggi come possiamo classificarli? Tra i “Furbi” certamente.
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