Stamattina la sorpresa a quanto ci avevano comunicato appena qualche giorno fa. Dal ministero é stato corretta la notizia che dava la sede dell’autorità portuale di Augusta annessa al porto di Catania e quindi la sede era diventata Catania piuttosto che Augusta. Paura passata, tutto rimane nella logica auspicata Augusta rimane nel gota delle autorità portuali d’Italia. Tutto bene quel che finisce bene, anche se sarebbe opportuno non abbassare la guardia. Potrebbero esserci ancora sorprese. Intanto vi alleghiamo il comunicato che ci ha fatto pervenire l’On. Enzo Viciullo deputato regionale presidente commissione bilancio.
È stato pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo schema con i nuovi Sistemi Portuali -15 Autorità di Sistema Portuale con compiti strategici e tagli alla burocrazia. Lo comunica l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS. Al punto 9 è stato chiarito, in maniera indiscutibile, che Augusta è l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, così come da me detto nel primo comunicato stampa.Sono certo che, ha continuato l’On. Vinciullo, l’elenco precedentemente distribuito e che è stato diffuso dai vari sistemi di informazione era frutto di un errore a cui, come mi auspicavo nel secondo comunicato stampa, il ministero avrebbe rimediato.Non posso, ancora una volta, non ringraziare quanti, soprattutto all’interno del mio partito, si sono fattivamente adoperati per questo chiarimento, che era necessario e dovuto.Ringrazio il signor Ministro, ha proseguito l’On. Vinciullo, che ha voluto subito porre fine a questa polemica, facendo pubblicare sul suo sito l’organigramma funzionale riguardante le 15 Autorità di Sistema Portuale, in modo da evitare ulteriori incomprensioni che non facevano bene a nessuno.Allegato alla presente, invio pure lo schema pubblicato sul sito ufficiale del Ministero che chiunque può andare a controllare e verificare.A prescindere da tutto, ha concluso l’On. Vinciullo, quello che conta è il risultato finale ed era evidente che il Consiglio dei Ministro, nella sua interezza, non avrebbe mai pensato di violare la legge del nostro Paese e il regolamento comunitario.
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